In casa Brignoli la predisposizione alla musica, sia nel canto che nell’esecuzione, è certamente dovuta alla genetica. Sia da parte di padre che di madre, Stefano discende da personalità nell’opera lirica, tra tenori e soprani, che per un paio di generazioni hanno contribuito alla notorietà di quel genere musicale nel mondo, primo fra tutti il tenore Luigi Bolis, suo trisavolo.

Con approccio meno nobile, Stefano cresce negli anni ’60 nutrito dalla musica del momento e il suo istinto lo porta a desiderare una batteria che comincia a suonare non appena entra in collegio all’età di 9 anni. La sua prima esibizione in pubblico avviene nel 1971 in un cinema-teatro di Farra di Soligo ; ha 12 anni, suona la batteria ed il repertorio è quello folkloristico da festa di paese (valzer, mazurka, tango, etc.). Di stampo più serio, con repertorio moderno di hit del momento (Pooh, Massimo Ranieri, Mal dei Primitives, etc.), sono le esibizioni che avvengono due anni dopo sempre nel trevigiano. Sempre alla batteria, Stefano è alla guida del gruppo ed è pure la voce solista. E’ il 1973 ed in quei primi anni ’70 avviene il suo approccio con la chitarra acustica che, appena acquisita una discreta padronanza, gli permette in tempi rapidissimi di eseguire da solo o in gruppo il ricco repertorio cantautorale che in quegli anni esplode (Edoardo Bennato, Antonello Venditti, Francesco Guccini, etc.). Dulcis in fundo, sempre negli anni ’70, suo padre acquista un pianoforte per la gioia di tutta la famiglia e pure su quello strumento Stefano si dedica sempre come autodidatta. In questi anni, e sulla base dell’esperienza acquisita nell’esecuzione di brani altrui, Stefano comincia a comporre sue canzoni.
Dalla musica eseguita a quella ascoltata. Gli anni ’70 vedono la nascita e la proliferazione delle “radio libere”. A Sarnico apre Radio Lagouno dove Stefano comincia a collaborare come disc-jockey per una decina di anni dal 1977. Programmi su programmi, il dilettantismo cede sempre più il passo a prestazioni più serie e sono proprio due radio private a fare da trampolino di lancio per i suoi maggiori successi musicali. Siamo nel primi anni ’80, periodo in cui la musica cantautorale cede il posto alla discoteca; gli italiani cominciano produzioni discografiche che, a parte pochi esempi, mostrano tutto il loro dilettantismo pur rivelando una formidabile capacità propositiva in suoni e idee, un sound che ancora oggi viene apprezzato e programmato in tutto il mondo.

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